Pillole di coaching

Perchè stare alla larga dai lamentosi

Se devo essere onesta non ho mai potuto soffrire le persone che si lamentano continuamente. Così come quelle il cui sport preferito è competere sulla sfiga più grande. Sin da ragazzina ho sempre cercato di starne alla larga.

Certo è capitato anche a me di lamentarmi di qualcosa che non mi piaceva, del meteo avverso, del traffico caotico, di un compito che non mi aggrada ma una volta capito che, il continuare a parlarne non avrebbe apportato alcun cambiamento se non quello di allontanare le persone attorno a me, ho smesso di farlo.

Eppure c’è chi della lamentela ne ha fatto una vera e propria mania.

Persone capaci di trascorrere gran parte del loro tempo a lamentarsi di problemi che, come il pesce del pescatore, aumenta di dimensione ogni volta che ne parlano. Persone che si ritengono vittime delle circostanze e stoiche perché in grado di tollerare situazioni che nessun altro sarebbe in grado di fare.

Questi individui, che cercano di prosciugarti qualsiasi energia vitale, vengono comunemente chiamati: vampiri emozionali. Vagano alla ricerca di malcapitati sui quali riversare le loro frustrazioni, insoddisfazioni e incapacità di assumersi le loro responsabilità.

Ne ho conosciuti parecchi ed è facile farsi irretire. Tutti noi siamo predisposti ad aiutare chi è in difficoltà, ad ascoltare chi ha bisogno e una volta capito che noi siamo disposti a farlo, cominciano a sciorinare il loro rosario di lamentele. E guai fargli notare che stanno esagerando perchè immediatamente ti rispondono: “sì, ma tu non sai cosa sto passando io” oppure “non puoi capire perchè non hai mai sofferto come me” o altre cose del genere.

Il mio consiglio? Fuggire a gambe levate. Ascoltare chi si lamenta influisce anche sulla nostra salute e non solo su quella di chi ha questa brutta e malsana abitudine.

Infatti uno studio condotto dalla Stanford University ha dimostrato che mezz’ora di ascolto di lamentele è pericolosa perchè i neuroni ne risentono e perdono la capacità di elaborare creativamente delle soluzioni. Ma anche l’organismo ne risente manifestando abbassamento delle difese immunitarie e problemi a livello di stomaco e intestino.

Cosa spinge le persone a lamentarsi?

Prima di tutto il bisogno di richiamare attenzione, di sentirsi importanti e considerati.

Vi è mai capitato di osservare come si comporta un bimbo che vuole attenzione? Fa i capricci. Ecco magari non ci capiterà di vederli buttarsi a terra urlanti, battendo disperatamente i piedi, ma inizieranno a borbottare che nessuno si occupa di loro, che tutto è sulle loro spalle e che nessuno li aiuta.

Sono persone profondamente insoddisfatte della loro vita, della sensazione di vuoto che li circonda, non sanno bene cosa vogliono e per tale motivo non agiscono. Preferiscono farlo fare agli altri salvo poi lamentarsi.

Spesso hanno ereditato questa cattiva abitudine da un loro genitore, in grado così facendo di manipolare i figli suscitando sensi di colpa.

In alcuni casi sono persone prive di empatia. Egocentriche, incapaci di mettersi nei panni degli altri. Reputano di essere migliori e per tale motivo di dover avere di più.

Lamentarsi però non è mai una soluzione.

Perché continuando a lamentarci rimaniamo immobili nelle nostre posizioni, vittime di entità esterne non controllabili e pertanto destinati all’infelicità.

Disperdiamo un sacco di energie focalizzandoci sul problema, che ne esce ingigantito, senza occuparci di eventuali soluzioni.

Inoltre così facendo generiamo continuamente stati d’animo negativi:  ansia, rabbia, frustrazione che c’impediscono di vedere gli aspetti positivi della nostra vita.

Ma il risvolto più importante è che le lamentele influenzano negativamente le nostre relazioni interpersonali. Continuando a borbottare allontaniamo chiunque si avvicini a noi, facendoci sentire ancora più soli.

Tutti quanti noi abbiamo problemi, più o meno gravi, ma non per questo dobbiamo rigettarli sugli altri. Anzi spesso chi ha subito qualche trauma importante, essendo consapevole della sofferenza provata, preferisce mostrare un sorriso, magari velato, ma in grado di far bene a se stesso e a chi lo riceve.

Mi sono resa conto, in questi anni di coaching che spesso chi si lamenta di tutto non se ne rende conto, ha iniziato magari per caso, per qualcosa di serio e una volta resosi conto che così facendo ottiene considerazione, mantiene inconsapevolmente questo atteggiamento vittimistico, in grado di manipolare gli altri.

E allora come possiamo smettere di lamentarci?

Fermiamoci un attimo a pensare cosa abbiamo perso, perpetrando questo atteggiamento.

Quali e quante persone abbiamo allontanato con le nostre continue insofferenze.

Sono certa che così facendo anche il più recidivo sarà in grado di capire che, cambiando atteggiamento, mostrando un sorriso mentre afferma che va tutto bene, può davvero cambiare qualcosa.

Provate a farlo, e poi mi direte…

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