Pillole di coaching
La forza della resilienza.
Stiamo affrontando un periodo molto critico che necessita di mettere in atto cambiamenti drastici: delle nostre abitudini, delle nostre azioni, dei nostri pensieri, senza lasciarci sopraffare dalla disperazione e dal senso d’impotenza. E’ richiesta una presa di coscienza e di consapevolezza che solo adattandoci al cambiamento e accrescendo la nostra resistenza psicologica, potremo superare, in maniera positiva e costruttiva, questo delicato momento.
Ho già affrontato una fase di crisi psicologica come questa, dodici anni fa, quando in un solo istante la mia tranquilla vita è improvvisamente svanita, a causa di un incidente accaduto a mio marito, che lo ha reso invalido, costringendoci a metter in dubbio le nostre certezze e a resettare la nostra quotidianità, gettandoci nella disperazione più nera.
La paura mi aveva paralizzata, impedendomi di pensare, di agire, prosciugandomi qualsiasi energia fisica e mentale, fino a che il mio istinto di sopravvivenza mi ha indotto ad affrontarla, a riconoscerla e ad acquisirne consapevolezza. Sono così riuscita ad accettare l’inevitabile cambiamento e a riconoscere che, da quel giorno, la sofferenza sarebbe diventata non solo una compagna di viaggio ma anche lo strumento per spronarmi a lottare e a riprendere in mano la mia vita.
Involontariamente, mi sono trovata a sperimentare ciò che afferma Pietro Trabucchi che, “noi siamo progettati per resistere allo stress e affrontare le difficoltà” e a dimostrarne la veridicità dell’affermazione.
Noi esseri umani, abbiamo delle risorse che ci permettono di non mollare, di tener duro anche di fronte alle difficoltà, un’inesauribile capacità di rialzarci e di sperare, che possono essere definite con un’unica parola: la resilienza.
Un sostantivo diventato di uso comune, utilizzato spesso a sproposito, una qualità erroneamente attribuita a pochi eletti paragonabili a super eroi.
Non è così!
E’ una caratteristica umana, innata, e come tale posseduta da tutti noi, anche se è probabile, che fino a questo momento, non si sia presentata l’opportunità di utilizzarla. L’abbiamo lasciata impigrire e atrofizzarsi dal benessere e dall’agio, dalla serenità, e a volte anche da auto-indulgenza che, spesso, ci hanno fornito la scusa per non impegnarci fino in fondo, per attribuire le nostre mancanze a fattori esterni e indipendenti da noi e per non assumerci le responsabilità della nostra vita.
Qualcuno sostiene che le condizioni difficili siano in grado di aiutare la gente a ritrovare un equilibrio psicologico e la motivazione, ne sono convinta, così come lo sono che si può diventare psicologicamente più resistenti e potenziare la nostra resilienza.
Ma cos’è la resilienza?
E’ un termine derivato dalla metallurgia che indica la capacità dei metalli di resistere agli urti improvvisi senza spezzarsi. Ma c’è una versione, un po’ più poetica, antica, che a parer mio rende maggiormente l’idea di cosa voglia dire essere una persona resiliente.
Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano altri lottano strenuamente per risalirvi sopra. Il gesto di tentare di risalire veniva chiamato “resalio”.
La resilienza è una grande forza che ci permette di rialzarci, riprogettare la nostra vita nonostante le difficoltà ed è per questo motivo che poterla riattivare e utilizzare, in questo momento storico, ci darà la possibilità di non mollare, di non abbandonare le speranze.
Quali sono le caratteristiche di una persona resiliente?
La persona resiliente è un’ottimista, consapevole, responsabile della propria vita che ritiene di poter controllare e che crede che gli eventi negativi siano transitori. E’ motivato a raggiungere e perseguire i propri obiettivi, anche di fronte alle difficoltà, ma soprattutto tende a valutare i cambiamenti come sfide da affrontare e opportunità per migliorare.
Ciò non vuol dire che la persona resiliente non provi sofferenza o dolore ma è consapevole che queste facciano parte del gioco.
E’ in grado di accettare ed ascoltare le emozioni cosiddette negative: paura, tristezza, ansia, rabbia. Emozioni che ci indicano che c’è qualcosa che non va e che ci spingono ad agire per uscire da una situazione o per trovare soluzioni. Accettare non vuol dire quindi lasciarsi sopraffare, non reagire o farsi andare bene una situazione, ma riconoscere che cadere nel vittimismo o in balia dello stress, non fa altro che prosciugare le nostre energie mentali e fisiche, impedendoci di per rimboccarci le maniche e darci da fare.
Come facciamo ad attivare la nostra resilienza?
Andando ad agire sul nostro sistema cognitivo, sul nostro modo di valutare la realtà, che non corrisponde alla realtà oggettiva, ma ad una nostra interpretazione, ad un nostro modello, frutto delle esperienze, degli insegnamenti ricevuti, dell’ambiente in cui siamo cresciuti. Credenze e pensieri che influenzano in maniera tangibile i nostri comportamenti.
Ogni individuo, con il proprio bagaglio esperienziale, costruisce un modello interpretativo della realtà. Basti pensare alle reazioni completamente diverse, degli individui, nei confronti di uno stesso evento, o del grado di valutazione dello stress, che viene percepito in maniera differente.
Se adottiamo una visione pessimistica, pensando che non abbiamo alcun potere sulla nostra vita, su ciò che ci accade, non troveremo mai il motivo per lottare, per reagire. Se non crediamo nel fatto di riuscire, penseremo che sia inutile sforzarsi per qualcosa impossibile da attuare.
Dobbiamo diventare consapevoli che la nostra visione del mondo non è oggettiva, chiederci se i pensieri che stiamo avendo sono funzionali per la nostra vita, pensare di non riuscire ci è in qualche maniera utile? Ritenere che tutto andrà male può servirci a qualcosa?
Ma c’è un luogo dove la nostra resilienza può essere efficacemente allenata, dove io ho imparato a conoscere, a gestire la sofferenza, a fare sacrifici per una gratificazione non immediata, dove ho capito che potevo spingermi oltre, mettendomi alla prova e continuando ad insistere senza mai mollare di fronte alla difficoltà: lo sport.
Oltre a rendermi più robusta dal punto di vista fisico, più resistente dal punto di vista mentale, mi ha insegnato che nulla si ottiene senza impegno, autocontrollo e disciplina. Mi ha fornito l’opportunità di accrescere la mia forza di volontà, di utilizzarla per pormi e raggiungere obiettivi, che mi hanno permesso di aumentare la fiducia in me stessa, e di conseguenza la mia resilienza.
E’ per questo motivo che oggi la mia resilienza mi permette di rinunciare ad una gratificazione immediata: uscire di casa per diletto, consapevole che anche un piccolo gesto, una piccola rinuncia, sia in grado di cambiare il mondo.