Pensieri di Viaggio

18 ‘tappa di Race Across Limits Around Italy: da Pescara verso Numana, in compagnia.

Stamattina la sveglia è stata inclemente, il mio viso tirato e la fatica ad alzarmi rivelano in maniera incontestabile, la mia stanchezza.

La pelle è arsa dal sole e disidratata dal caldo e dal vento, e il viso, seppur molto abbronzato, non riesce a mitigare le poche ore di sonno. Gli occhi gonfi rivelano che stanotte si è dormito poco, molto poco.

Ieri infatti, come da accordi, a metà pomeriggio Francesco è venuto a prenderci per accompagnarci a Pescara, dove alle 18 ci sarebbe stato l’incontro con Andrea Silvestroni, campione di tennis paralimpico. Avremmo parlato di disabilità e dei due lati della medaglia di chi lo è e di chi la vive perchè caregiver.

Caregiver una definizione che non mi piace!

Non rende l’idea di ciò che realmente si prova ad essere il compagno, la moglie, o il genitore di chi si occupa costantemente e in maniera totalizzante, del proprio caro bisognoso di cure. Caregiver da l’idea di essere stata coniata per trovare una definizione alternativa alla badante, che ha un regolare contratto, è retribuita e come tale ha permessi  e ferie. Inoltre essendo un’occupazione il suo coinvolgimento è richiesto solo nelle ore in cui è impiegata al lavoro, per il resto nulla.

Chi invece rientra nella mia categoria ha molto di più di un’occupazione quotidiana, 24h su 24h, 360 giorni all’anno, è coinvolta emotivamente oltre che fisicamente. Le proprie energie vengono spartite per due persone. Viviamo in funzione dei bisogni e delle esigenze della persona al nostro fianco, che non è più abile, e che richiede cure e attenzioni continue. Passi il fatto che lo facciamo in maniera gratuita, quello che mi manca è che non ci sia un riconoscimento di tale figura.

Per anni mi sono sentita frustrata perchè non potevo più fare ciò per cui avevo studiato, per cui avevo rinunciato agli svaghi, pur di fare esperienza e portare avanti una professione durante gli studi. Una vita per prepararmi a fare l’architetto per poi mettere in cantina il certificato di laurea, assumendo l’incarico del nulla più assoluto.

Non siamo nulla per la società, ed è questo che mi fa rabbia.

La mia autostima era pari a zero quando mi sono resa conto di questa cosa. Ci è voluto un grande sforzo per guardare la situazione da un altra prospettiva, io, noi, siamo quelli che diamo la possibilità, ad altre persone, di vivere in maniera dignitosa, senza appellarci ad uno stato che non solo non è presente, ma che guadagna anche sulla disabilità. Perchè diciamolo chiaramente, un disabile è una grande risorsa per le case farmaceutiche, per chi si occupa di ausili e di sistemi per le necessità fisiologiche.

Così durante l’incontro di ieri, non sono stata molto morbida, quando ho sottolineato che siamo soli, che nessuno ci da una mano e che se crolliamo noi, inevitabilmente ci portiamo dietro tutti.

All’incontro c’era anche una piccola rappresentanza delle autorità che in tutta risposta a ciò che avevo appena terminato di dire, ha ccomunicato alla platea che Montesilvano ha un bagno adattato ai disabili. Una cosa che mi ha messo una tristezza infinita.

Si combatte contro i mulini a vento. La figura dietro delle quinte, pur sapendo tutti che esiste, si preferisce darla per scontato e far finta di nulla. E’molto più comodo nascondere la polvere sotto il tappeto piuttosto che aspirarla.

Il motivo del mio pellegrinare in bicicletta è un pò anche questo. Testimoniare questa realtà così poco conosciuta da tanti e non considerata da molti.

La serata poi si è conclusa riabbracciando Francesca e Pinuccio che ieri hanno preso il treno per poter presenziare e supportarmi durante l’incontro.

Tirata fuori la bici dal camper, controllato le gomme, mi arriva un messaggio alle 5.40. Incuriosita per l’orario leggo il mittente e il contenuto. E’ Andrea Anselmi, una mia conoscenza di FB, che mi dice che è poco distante da me e sta per rientrare a casa, per cui potrebbe far la strada con me.

Accetto l’invito e lo attendo alla Torre dei Marrani, sul lungomare.

Ha viaggiato in bici stanotte, si è fermato su una panchina lungo il mare per riposare un attimo ed eccolo arrivare per farmi da scorta per la giornata. Conosce la strada a mena dito. La percorre spesso.

L’alba oggi è spettacolare e in attesa me la sono goduta, nonostante il traffico fosse già caotico.

Andrea è arrivato e partiamo in direzione Numana.

Fatico a far girare le gambe e ho già fame. Ciò vuol dire che orami le mie riserve durano sempre meno.

Il percorso viaggia veloce sulla statale 16, in compagnia di auto e camion che per nulla incuriositi dalla nostra presenza continuano il loro spostamento. Noi cerchiamo di stare saldamente attaccati alle nostre bici che spesso e volentieri, a causa della velocità sostenuta, sbandano. La mia più di quella di Andrea visto che sarà all’incirca due metri.

La sua compagnia, il suo raccontare mi permette di distogliere la mente dai pensieri che la serata di ieri ha generato. Dalla delusione che ogni volta mi prende perché non riesco a far capire quanto sia gravoso il nostro impegno.

Ma oggi la giornata è così bella e posso immaginare che, la serata di ieri non ci sia neanche stata e che, io sia in vacanza con la mia bici da corsa.

Lui spesso si mette davanti e mi risparmia parecchia fatica. Stare in scia mi permette di sciogliere le gambe facendole girare quasi a vuoto. Mi ci voleva dopo tutti questi giorni trascorsi da sola.

Parliamo un po’ di tutto e senza neanche accorgermene giungiamo a Numana, nella spettacolare riviera del Conero che fa da scenario ad un paesaggio mozzafiato.

Il sole è accecante ed è reso tale dalla sabbia bianchissima simile al talco che fa da specchio e le strade sono spolverate come se ci fosse lo zucchero a velo.

Il nostro campeggio è proprio sulla spiaggia e non abbiamo alcuna difficoltà a trovarlo.

Andrea mi accompagna fino al camper per salutare gli altri e per accordarci per domani. Lui rientrerà a Senigallia per poi raggiungermi domani mattina, così da fare un’altra tappa insieme e per l’occasione prende anche la maglia di Race Across Limits.

Non che sia difficile individuarlo vista la sua statura che confronto alla mia sembra ancora più alta.

Anche per oggi la tappa si è conclusa 110km e 240 mt di dislivello

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