Pensieri di Viaggio

Race Across Limits Sicily: la partenza.

Uscire dalla propria comfort zone. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase o lo abbiamo fatto noi stessi, per incitare qualcuno a mettersi alla prova, a lasciare ciò che conosciamo come le nostre tasche per affrontare il rischio della novità, dello sconosciuto, dell’incognita. Una situazione, familiare, che ci fa sentire protetti, al sicuro, al riparo da qualsiasi ansia o stress ma che c’impedisce di crescere, di allargare i nostri orizzonti e di sfidare i nostri limiti mentali.

Quando decidi di viaggiare con la tua bici da corsa, su strade sconosciute, con al seguito una persona in carrozzina, stai decisamente uscendo dalla tua zona di comfort.

Se poi ci aggiungi la preoccupazione dovuta al Covid-19, potete immaginare come possa essere stato il mio stato d’animo prima della partenza per la Race Across Limits Sicily: inquieto, ansioso, preoccupato ma anche molto emozionato.

Venerdì 2 ottobre sono partita da casa per trasferirmi in Sicilia, da dove domenica avrei potuto iniziare a percorrere il periplo della Sicilia. Un itinerario che avevo in programma per maggio e che a causa della pandemia è stato rimandato fino ad oggi, con il rischio di doverlo annullare, visti gli ultimi sviluppi.

Davide, ha deciso di accompagnarmi in questa nuova avventura, creando qualche difficoltà in più dal punto di vista logistico ma tanta serenità e gratitudine nell’averlo al mio fianco. Dopo l’Australia, non avevamo più azzardato alcun viaggio lungo, assieme, lontani dalle nostre e, soprattutto, sue abitudini.

L’ansia maggiore era dovuta agli alloggi negli spazi ricettivi.

In quest’ultimo decennio ho potuto verificare quanto sia fervida l’immaginazione di chi progetta le stanze e soprattutto i bagni per disabili. Ogni camera d’albergo rappresenta una sorpresa. Aprire la porta di una camera d’albergo è come scartare un regalo e accorgersi che il contenuto, non era quello che ti saresti aspettato. E così trovi letti piccoli, spazi poco vivibili, e bagni completamente inutilizzabili. Un quadro alla Picasso dove, probabilmente, gli accessori inseriti hanno un senso per chi lo ha progettato (o almeno te lo auguri) ma chi ne usufruisce non riesce a leggerlo. Wc troppo bassi, privi di maniglioni, senza lo spazio per poter accostare una carrozzina e la doccia magari con il seggiolino, ma con il gradino da superare.

Siamo partiti quindi con l’idea che anche questo viaggio sarebbe stato un percorso ad ostacoli, da affrontare e vivere giorno per giorno.

Emozionati, siamo saliti sulla nostra auto per percorrere quei 1300km che ci separano dalla Sicilia: una terra che amo, dove non solo è nato mio papà, ma che rappresenta il luogo dove ho trascorso gli anni più sereni della mia vita. Quelli in cui l’unico pensiero che mi turbava era quello di far trascorrere tre ore dal pranzo, prima di fare il bagno. Problema che avevo risolto, creativamente, mangiando il panino, seduta su uno scoglio, immerso nell’acqua.

Ma la voglia di pedalare in Sicilia, una terra che amo, da cui traggo le origini e dove ho trascorso gli anni più sereni della mia vita, era talmente forte che ho voluto accettare il rischio.

Siamo partiti in quattro. Io e Davide sull’auto, D. e Pier sul furgone.  Il traffico notevole, le lunghe code dovute ai tamponamenti e ai lavori in corso ci hanno costretto ad effettuare una sosta a Napoli, in un albergo trovato casualmente, ma rispondente alle nostre necessità: l’Hotel Cristina.

Siamo stati accolti con grande entusiasmo, dal personale che incuriosito dal gruppo eterogeneo, con l’accento tipicamente del nord, ci ha consigliato dove andare a gustare una buona pizza partenopea. Vista la pausa inaspettata, tanto valeva sfruttare l’occasione per cominciare a gustare i piatti locali e farci una passeggiata per sgranchire le gambe. Con lo stomaco pieno, la stanchezza ha avuto la meglio, e non appena ho toccato il letto, sono crollata.

Dopo una lunga notte di sonno, mi sono svegliata pimpante e pronta a ripartire e mentre Davide dormiva, ho cominciato a riporre gli abiti negli zaini. L’unica scocciatura dei viaggi a tappe è che ogni mattina devi rifare i bagagli ponendo attenzione nel non dimenticare nulla.

Alle otto eravamo tutti a far colazione e pronti a continuare il viaggio.

Ci aspettava l’incubo di tutti gli automobilisti che scendono al sud: la Salerno-Reggio Calabria. Il tratto autostradale più temuto: traffico e cantieri l’hanno resa celebre per la sua lungaggine. In realtà, vuoi per il periodo non proprio vacanziero, traffico inesistente, asfalto in condizioni ottime e soprattutto assenza totale di autovelox ci hanno piacevolmente sorpreso.

In poche ore eravamo così all’imbarco per Messina dove i ricordi, inevitabilmente andarono alla mia gioventù, quando con la mia famiglia, ai primi di agosto, traghettavamo per Catania, dove avremmo trascorso le intere vacanze in compagnia degli zii e dei cugini che si vantavano degli ospiti provenienti dal nord.

Il ricordo di quei giorni meravigliosi ma soprattutto lo sguardo emozionato e felice di Davide dissiparono qualsiasi dubbio o ansia rimasta.

Ero pronta per cominciare questa nuova Race Across Limits in Sicilia la prima avventura, sui pedali, con lui al mio fianco.

 

“Il viaggio, come i sogni, è una specie di porta che si apre dal mondo reale verso un mondo che deve essere ancora scoperto” 

Cit. Hippolyte Taine

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