Pillole di coaching
I miei 5 passi per accrescere l’autostima
“Chi stima se stesso è al sicuro dagli altri; indossa una corazza che nessuno può penetrare”.
Henry Wadsworth Longfellow
Un’affermazione così importante, sono certa, è capace di scuotere chiunque. Riuscire finalmente a porre fine alla dipendenza dai giudizi altrui, che ci fanno sentire spesso inadeguati e fuori luogo, riuscire a colmare le nostre insicurezze, grazie ad una maggiore stima di noi stessi è un’ambizione che accomuna molti. Ed è uno stato raggiungibile.
Sentirsi bene con se stessi, fieri di essere la persona che siamo, sicuri delle nostre capacità, consapevoli dei nostri difetti e delle debolezze: in poche parole una persona dotata di una sana e buona autostima, che vive indipendentemente dai giudizi altrui. Una persona che non fonda la propria sicurezza sugli apprezzamenti o peggio ancora sui like di qualche social.
Chi infatti utilizza i social come specchio per riflettere la propria immagine, considerata vincente, in cerca di conferme, approvazioni e giustificandosi quando la propria reazione non è in linea con ciò che gli altri si aspettano da noi, denota una grande insicurezza e un’autostima molto fragile.
Perchè l’autostima è il valore che io attribuisco a me stesso, indipendentemente da ciò che pensano gli altri. Certo essendo esseri sociali, i feedback, i complimenti, se reali, ci fanno sentire meglio ma non contribuiscono a crescere la nostra autostima, così come non lo fanno i beni materiali.
L’autostima è qualcosa di più intimo.
Utilizzo l’aggettivo sana, riferita all’autostima, perchè quest’ultima può sfociare anche in arroganza e presunzione, quando vi è un eccesso di sicurezza, e in questo caso si chiama autostima ipertrofica.
Ma in questo momento m’interessa maggiormente spiegare perchè è fondamentale accrescere la stima in noi stessi.
Come anticipato nello scorso articolo, ho vissuto sulla mia pelle la mancanza di autostima, il timore di sbagliare sempre, la paura di decidere, che mi ha spinta alla continua ricerca di perfezione -con tutti i problemi del caso- nella smodata, attesa, approvazione da parte degli altri.
Voler essere sempre perfetti, sempre all’altezza, rifiutare il fallimento, di cui provavo enorme vergogna, non faceva altro che generare in me un forte stato d’ansia e di frustrazione quando mi rendevo conto che ero molto lontana dall’essere perfetta.
Fino a che, un giorno, ho voluto mettere fine a quella sofferenza. Mi stavo facendo solo del male, non mi amavo per niente. Mi dissi che non ero perfetta ma sicuramente qualcosa di buono ce l’avevo anch’io e dovevo smetterla di confrontarmi con gli altri o peggio ancora fuggire da me stessa.
Il mio primo passo verso una maggiore autostima è cominciato così, dalla volontà di fare, realmente, la mia conoscenza.
Dovevo innanzitutto capire chi ero, conoscere il mio stato attuale, la base di partenza per poi decidere dove volevo arrivare.
Sembrerà banale ma sfido chiunque, non sia un coach, ad essere consapevole delle proprie potenzialità, capacità e tutto ciò che ci rappresenta. Seppur con qualche difficoltà, iniziale, ho cominciato ad individuare i miei punti di forza, quello che sapevo fare, i risultati che avevo ottenuto, quando e come avevo fallito, quali erano i miei difetti e quali le debolezze su cui dovevo lavorare.
Ma soprattutto ho eseguito i seguenti cinque passaggi.
- Ho cominciato a prendermi cura di me stessa. Fisicamente e mentalmente. Curare la propria persona, il proprio look non è vanità ma è una necessità quando si parla di autostima.
- Ho smesso di paragonarmi agli altri, ognuno è unico ed irripetibile perché frutto del proprio vissuto.
- Ho eliminato le compagnie tossiche, chi mi giudicava sempre, i prevaricatori, chi non mi faceva sentire a mio agio. Sembrerà egoistico ma se decidi di amarti di più hai bisogno di frequentare persone che siano in linea con i tuoi pensieri e i tuoi valori.
- Ho deciso che volevo cambiare e che ciò richiedeva: il coraggio di uscire dalla mia zona di comfort, un impegno costante, fatica e degli alleati.
- Ho definito una strategia di lavoro, con un piano d’azione specifico per il raggiungimento dell’obiettivo, ottimizzando così il tempo e le energie.
Queste operazioni mi hanno permesso di accrescere la mia autostima, alla quale dedico costantemente e quotidianamente le mie cure, perchè non è invariabile, ma è soggetta anch’essa, agli urti della vita.
Essere riuscita a riconquistare il mio posto nella vita mi ha convinta a intraprendere gli studi come coach.
Ritengo che una delle maggiori gratificazioni sia quella di accompagnare altre persone lungo il loro percorso di crescita personale, alla scoperta delle potenzialità, di ciò che sono in grado di compiere, in maniera consapevole e autonoma, vincendo la sfida più grande: quella di diventare gli unici autori della propria esistenza.
Perchè come disse Nathaniel Branden: “dobbiamo diventare quello che desideriamo insegnare”.