Pensieri di Viaggio
9’tappa di Race Across Limits Around Italy: nel Lazio attraverso le strade dei film.
Ho iniziato la giornata ridendo…come una matta, da sola, per strada.
Partita dal campeggio mi sono diretta verso le saline di Tarquinia, perdendo tra l’altro la strada, e subito mi sono venute in mente le saline di Margherita di Savoia, attraversate a maggio.
In quell’occasione ero assieme ai pazzi che con me hanno sfidato il brutto tempo, durante il viaggio da Besana in Brianza a Polignano a Mare. Il penultimo giorno decidiamo di allungare verso Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
Accompagnati da Angelo, un amico di Fabrizio, io, Benedetta, Fabio e Federico, affrontiamo la lunga salita che ci porta al Santuario. Nella prima giornata di sole e caldo comparsa durante questo viaggio della speranza.
Arriviamo in cima, contenti ma esausti. Siamo in giro da 8 giorni, trascorsi al gelo e sotto una pioggia incessante che non ci ha mai lasciato. Abbiamo percorso oltre novecento chilometri e il nostro fisico è provato. Così quando, dopo la veloce visita, riprendiamo la strada verso il mare, e ci ritroviamo in mezzo a un traffico inimmaginabile, su una strada che chiamare sconnessa è un eufemismo, con un muro di vento che non ci fa procedere, i nostri animi cominciano a tentennare.
In quattro, in fila indiana, Federico (il più fresco, perché ha trascorso più tempo sul furgone, a farci foto, che in bici a pedalare…), io, Benedetta e Fabio a chiudere il gruppo.
Benedetta non ne può più, comincia a sbuffare, lamentarsi: è in crisi e vorrebbe buttare la bici in mezzo ai campi di cipolle, chilometri e chilometri di nauseante odore di cipolla.
Fabio per cercare di sdrammatizzare la invita a guardare le saline poco più avanti…mossa completamente errata!
Non giro la testa per non cadere ma mi basta sentire il tono di voce infuriato di Benedetta per capire che Fabio sta rischiando il linciaggio…
L’aneddoto continuerà ad essere ricordato, nei giorni a venire, suscitando l’ilarità in ognuno di noi e portando alla memoria un’esperienza indimenticabile, che nella fatica ci ha uniti e reso amici.
Così stamane è stato inevitabile il ricordo, soprattutto poi, quando mi sono ritrovata su una strada a metà fra lo sterrato e la campagna, alla ricerca della via d’uscita da Tarquinia.
Ho percorso svariati chilometri pregando di non forare. Non ho incontrato abitazioni, auto, persone. Il nulla, solo campi e boscaglia fino a che l’incubo è finito: finalmente la strada.
Mi sono ritrovata a Civitavecchia, ancora tranquilla agli imbarchi ma molto frenetica sul lungomare. Tantissime persone a fare running o a camminare sfruttando le ore più fresche della giornata.
Mi sono fermata per verificare l’esattezza del percorso e per scattare qualche foto. D’ora in poi seguirò la costa, per cui non dovrei avere più problemi di strade e me lo auguro con tutto il cuore visto che da oggi saremo solo io e Gianni, che mi segue, sul camper.
Francesca stamattina prenderà il treno per rientrare a casa dove trascorrerà una settimana prima di raggiungerci sulla strada del rientro. Fra un paio di giorni arriverà, a sostituirla, Federica.
Il percorso sul mare è molto coinvolgente e mi ricorda i film di Alberto Sordi, Mastroianni, De Sica, i film della dolce vita, quando scorazzavano con le loro piccole auto cabrio, su strade prive di traffico. A quest’ora posso ancora immaginarlo. Il traffico è contenuto ed è facile lasciare andare i pensieri.
Continuo a pedalare e come per incanto, improvvisamente, ritrovo tutte assieme, le auto che fino adesso sono mancate. L’ora è più tarda e la gente si sta muovendo per andare al mare e io sono arrivata Fiumicino.
Qui, di nuovo, una sorpresa: Viale Coccio di Morto. Di nuovo un film. Questa volta gli interpreti sono Antonio Albanese e Paola Cortellesi, “Come un gatto in tangenziale”.
E’ incredibile. Oggi è la giornata dedicata ai film.
Mi piacerebbe percorrerla per scovare gli angoli già visti alla tv, ma il traffico molto concitato e la dimensione ridotta mi fanno desistere e mi suggeriscono di prendere la ciclabile che costeggia l’aeroporto. Una lunga ciclabile asfaltata, neanche così tanto affollata e al termine della stessa trovo Gianni ad aspettarmi.
Ci confrontiamo sulla strada per poi tornare a pedalare all’interno di una riserva naturale, al fresco delle piante dalle quali riesco, a volte, ad intravedere il mare.
Mare che riprenderò ad Ardea. Profonde spiagge di sabbia dorata che cingono un mare cristallino, invitante. Mi piacerebbe fermarmi, stendermi al sole e nuotare ma ahimè, ho ancora chilometri da percorrere e nel pomeriggio aspetto una visita speciale: Martina e il suo fidanzato.
Così, malvolentieri, procedo verso la meta finale: Nettuno.
Anche oggi ho pedalato sola con i miei pensieri, sostenuta dai ricordi del viaggio di maggio, per 142km e 460mt di dislivello.