Pensieri di Viaggio
12 ‘tappa di Race Across Limits Around Italy: si sale verso Potenza
Mi sono alzata alla buon’ora, come al solito, carica e felice, perché dopo tanto tempo, oggi pedalerò in compagnia.
Roberto di Solo Acciaio ha infatti organizzato un gruppo che mi scorterà per la gran parte del tragitto odierno, per la tappa che, dopo quella di Bardonecchia, sembra essere la più complicata.
Una bellissima giornata fa da contorno all’evento, e alle 7.30 spaccate io e la combriccola sul camper ci troviamo davanti al negozio di Roberto. Abbiamo giusto il tempo di buttare un occhio alla bici, un piccolo check e ingrassaggio della catena, prima che arrivino gli altri.
Peppe, Andrea, Jack, Paola e Gianni e in ultimo Giustina. La mia scorta è arrivata, puntuale e pronta a partire.
Un abbraccio forte a Roberto, che spero di rivedere in qualche altra occasione, e si parte in direzione Potenza.
Il primo tratto sarà tutto sul mare, ventilato, e in scia. Un sollievo dopo tanti giorni trascorsi a pedalare da sola. Posso anche permettermi di trascurare il Garmin, e lasciarmi trasportare da chi conosce la strada.
Un ultimo sguardo al mare della costa tirrenica, che mi ha accompagnata per oltre una settimana, facendomi emozionare con i suoi scorci poetici e i colori intensi.
Fra un paio di giorni sarà il mare della costa adriatica a tenermi compagnia per il rientro.
Fra una pedalata e l’altra riusciamo anche a scambiare qualche parola, quanto meno fino a che non giriamo verso l’interno, dove il traffico più sostenuto, ci costringe a viaggiare in fila indiana richiedendo maggiore attenzione.
Le strade diventano improvvisamente più brutte, con asfalto dissestato e il turchese del mare viene sostituito dal grigio delle costruzioni e dal color paglierino dei campi arsi dal sole.
Ad Eboli, facciamo la prima sosta caffè. Ci fermiamo in un bar dove ne approfitto per addentare l’ultimo pasticciotto del viaggio, che gusto come al solito, con intenso piacere. Pasta frolla e crema, una bomba di energia, di cui non voglio assolutamente scoprire il contenuto calorico.
Prima di ripartire e di salutare chi rientra a Salerno, scattiamo qualche foto ricordo. Gianni, Paola e Jack tornano indietro, mentre noi proseguiamo verso il confine della Campania.
Il percorso comincia a farsi più mosso e molto più intrigante. Morbide salite con dolci tornanti, immersi nella natura, al fresco degli alberi, in piccoli paesini poco trafficati.
E’ la Riserva Naturale Foce Sele Tanagro, mi dicono i ragazzi ai quali chiedo incuriosita, dove stiamo pedalando.
Fin lì tutto bene, le pendenze sono affrontabili e abbiamo anche il fiato per parlare.
Arrivati in cima, Giustina decide di rientrare, mentre Peppe e Andrea, non avendolo mai fatto, vogliono arrivare alla destinazione finale.
Vediamo in lontananza il tratto autostradale, con i suoi ponti sospesi mentre noi cominciamo a salire in maniera un po’ più ardita.
Ad un certo punto, ingannati dal cartello con indicato Potenza, ma soprattutto attirati dalla lunghissima e veloce discesa che ci si para davanti, cominciamo a scendere velocemente, lungo quel tratto scorrevole fino a che l’allarme del Garmin, non mi riporta tristemente alla realtà: fuori rotta.
Mi fermo, immediatamente. Peppe ignaro continua la sua lunga corsa mentre io e Andrea lo chiamiamo a gran voce. Non ci sente. Andrea parte al suo inseguimento per evitare di allungare troppo il tratto errato.
Io mi giro per guardare la strada che dovrò ripercorrere: per un istante mi si ferma il cuore.
Non ci posso credere, ho davanti un muro che sembra una pista per il salto con gli sci. Non ce la farò mai, neanche con la rincorsa.
Non è tanto la pendenza in se, del 15%, che qualche sadico tecnico del comune, ha voluto indicare con un cartello posizionato ogni 100 mt, quanto il fatto che non spiana mai ed è completamente diritta.
Peppe e Andrea, nel frattempo, mi hanno raggiunta. Ci guardiamo in faccia, verifico la traccia per capire se c’è qualche altra strada che ci è sfuggita, ma no, bisogna arrampicarsi su quel tratto.
Così, in maniera molto mesta, con tanta fatica, ritorniamo sui nostri passi per rintracciare la direzione corretta.
Il camper, accortosi della nostra deviazione, ci aspetta sul ciglio della strada.
Federica mi chiede come va e io accenno un ghigno. Non riesco neanche a rispondere tanto sono affranta.
Sarà per la fatica, per il caldo che comincia a essere insopportabile che la mia testa comincia a pulsare, mi fa male e non riesco più a mantenere la concentrazione.
Pedalare diventa uno sforzo immenso. Cerco di pensare ad altro, di distogliere la mente dallo sforzo ma le tempie sembrano voler scoppiare ed è inutile qualsiasi tentativo di ingannare la mente.
Quand’ecco che vedo il cartello Vietri di Potenza e mi dico, ok, è fatta. Finalmente anche questa tappa è conclusa, questa lenta agonia è terminata.
Ci fermiamo per fare uno spuntino e per riempire le borracce. Dico a Federica di verificare sul mio computer la traccia e dirmi quanti chilometri rimangono da percorrere. Il mio mal di testa è aumentato e quando scendo dalla bici mi devo appoggiare ad un muretto, ho anche le vertigini.
Non ho bevuto tantissimo e lo sforzo è stato notevole. Cerco di rimediare con qualcosa di zuccherato, ma oramai è troppo tardi, avrei dovuto pensarci prima.
Il mio entusiasmo ha nuovamente un crollo. Mancano ancora diversi chilometri all’arrivo.
Ricominciamo a pedalare. Anche i ragazzi sono abbastanza provati. Nessuno si aspettava di trovare strade così impegnative, lì, in Basilicata. Vogliamo mettere fine, il più velocemente possibile, a questo calvario.
Solo con il loro supporto riuscirò ad arrivare a destinazione. Sono stati fondamentali.
Arriviamo a Potenza affamati e stanchi. La gente ci guarda straniti, e non mi meraviglio. Visto le strade, dubito che siano in tanti ad usare la bici.
E in effetti ci verrà poi confermato, dai ragazzi del pub, che le donne qui non pedalano, per questo sono stupiti. Inoltre il camper pieno di loghi è diventato un attrazione e anche un po’ un problema in quelle strade strette e in salita.
Recuperiamo le energie davanti a un enorme piatto di pasta e ad un boccale di birra, premio per la fatica appena affrontata.
130km e 1900 mt di dislivello
Dopo aver pranzato Peppe e Andrea raggiungono la stazione per rientrare a Salerno e noi, saliti sul camper cominciamo la ricerca dell’agricampeggio che ci ospiterà per la notte.
Una bellissima oasi naturale sulla montagna, al fresco.