Pensieri di Viaggio

14 ‘tappa di Race Across Limits Around Italy: da Matera a Monopoli, si ritorna sul mare.

All’alba abbiamo salutato Matera.

Lo abbiamo fatto ammirandone la maestosità, dal nostro campeggio situato nel Parco delle Murge.

Un’oasi naturale, di pace e silenzio, con piccole costruzioni rurali adibite a servizi per gli ospiti. Un luogo magico!

Come del resto è Matera. Una città che mi ha incantata per la sua particolarità e per le sue abitazioni storiche, i Sassi, che ricordano un presepe animato.

Ieri pomeriggio, io, Federica e Gianni, dopo un lauto pranzo, a base di prodotti tipici, nell’agriturismo del parco, siamo stati a visitare la città.

Dopo tanti giorni a pedalare, sgranchirsi le gambe, camminando, è stato molto piacevole, nonostante la cappa di caldo. Su e giù dai gradini facendo attenzione a non scivolare su quelle pietre così levigate da sembrare ceramica. Viottoli stretti, chiese, balconi, piccoli terrazzi nascosti, un concentrato di storia e umanità.

Peccato per la presenza di chiassosi turisti provenienti da ogni dove, di giovane età, che privi di qualsiasi rispetto nei confronti di un sito così importante, vanificarono ogni tentativo di relax e ci costrinsero a rientrare.

Sarà perché sono abituata a stare da sola, a pedalare all’alba, che il frastuono, soprattutto se volontario, mi disturba tantissimo.

Pedalando mi sono abituata ad isolarmi e a concentrarmi sul panorama se merita di essere ammirato, oppure a dirottare l’attenzione sul gesto. Ormai pedalare è diventata una forma di meditazione, che a volte diventa necessaria per non farsi prendere dallo sconforto: quando sbaglio strada, quando mi accorgo che il percorso è più difficoltoso di quello che pensavo, quando il traffico è troppo sostenuto oppure quando mi assale la nostalgia di casa.

Un po’ rammaricata, quindi, per aver dovuto lasciare, frettolosamente, la visita di Matera, ho continuato a camminare nel Parco.

Mi sono fatta accompagnare dal vento caldo, che accarezzando i cespugli sprigionava nell’aria un profumo di erba secca e terra calda, mentre le luci del tramonto, dai colori dorati, cominciavano ad avvolgere l’atmosfera rendendola ancor più surreale.

Un dono inaspettato ma gradito.

Ritornai finalmente in pace con me stessa e grata di essere lì in quel momento.

Stamattina, dopo esserci alzati tutti quanti presto, siamo partiti alla volta di Monopoli. Oggi lasceremo la Basilicata per raggiungere la costa adriatica in Puglia.

Partita in bici, il percorso ha dato problemi sin da subito.

La traccia non corrispondeva a realtà o quantomeno mi suggeriva di percorrere uno sterrato un po’ troppo sterrato, obbligandomi così a scegliere l’alternativa peggiore: quella di dover procedere su una sorta di statale, intasata di camion e auto che assolutamente noncuranti della presenza di un ciclista, sfrecciavano veloci

Il camper, resosi conto della difficoltà, cercava di starmi il più vicino possibile così da controllare che tutto procedesse nel verso giusto ma il traffico sostenuto, spesso, lo costringeva ad allontanarsi.

Superato il confine con la Basilicata, in prossimità di Gioia del Colle, improvvisamente si alzò il vento, costringendomi a cercar riparo dietro due ciclisti che, apparsi dal nulla, pedalavano seguendo la mia direzione.

Evento più unico che raro.

Generalmente nel momento del bisogno, non si trova mai qualcuno che pedali nella nostra direzione, così come il vento chissà per quale strano motivo, quando sei stanca, non è mai a favore. Ma oggi non è così.

Accorti della mia presenza e della difficoltà a contrastare il vento, cercarono di farmi da scudo e di mantenermi in scia senza perdermi. Già questo mi piacque. Avevo davanti un treno.

Ci sorpassò il camper che rivestito di loghi degli sponsor, attirò la loro attenzione, inducendoli ad affiancarmi per chiedermi chi fossi e perchè ero in giro da sola.

La mia risposta gli lasciò increduli e forse anche per quello mi offrirono la colazione ad un bar. Sentirsi dire che avevo già percorso oltre 1200km e che ero in giro da due settimane gli aveva incuriositi e volevano saperne di più.

Guardarono su Facebook, sul sito e si resero conto che non avevo mentito, così mi chiesero di fare una foto con loro e dopo essersi complimentati per l’avventura, loro rientrarono verso casa.

Nonostante l’inizio un po’ problematico, la giornata, stava recuperando velocemente.

Salutai i miei nuovi amici e continuai verso Putignano, seguendo le loro indicazioni.

Mi trovai a pedalare in paesini immacolati su percorsi non affatto semplici, continui saliscendi resi ancora più difficoltosi dalle innumerevoli auto.

Peccato. Neanche la presenza dei trulli contrastava la bruttura delle strade trafficate.

A ridosso di una collina, ci fermammo per una piccola sosta. Dall’alto s’intravedeva il mare, il turchese delle acque che mi accompagneranno per la prossima settimana.

Un ultimo sforzo e avrei potuto tuffarmi in quel paradiso. Bastò questo a spingermi verso Monopoli e ci arrivai anche presto.

Raggiunsi il campeggio, scoprendo che si trovava in una piccola insenatura, poco distante dal paese, e molto tranquillo.

Mi tuffai in mare dopo 95km e circa 600mt di dislivello

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