Pensieri di Viaggio
8 luglio 2019: Bardonecchia-Bra, dalle montagne alle colline piemontesi
La 3'tappa di Race Across Limits Around Italy
Stamattina, nonostante avessimo deciso di partire più tardi, alle 5 ho aperto gli occhi. L’aria fresca, proveniente dal lucernario rimasto aperto, mi ha indotta a cercare la coperta di pile per coprirmi e mi sono risvegliata.
Non so che temperatura ci sia fuori ma sono certa che fra qualche giorno la rimpiangerò.
Per non destare gli altri sono rimasta sdraiata. Detesto farlo.
Appena mi sveglio devo subito alzarmi dal letto. E’ più forte di me. Mi piace cominciare la giornata in maniera tranquilla, da sola, dedicando del tempo solo a me stessa. Anche se devo allenarmi la sveglia è puntata almeno un’ora prima dell’uscita.
Quando vivevo ancora dai miei, da ragazza, era un’esigenza. In cinque in un appartamento, con un bagno solo, io mi alzavo un’ora prima degli altri per poter fare tutto con calma, e la cosa funzionava talmente bene che è diventata un’abitudine che poi ho perseguito nel tempo.
Da sposata nonostante la casa grande e gli spazi ampiamente suddivisi, ho continuato a farlo. Leggo, scrivo, faccio yoga, tutte pratiche che mi permettono di dedicare del tempo solo a me e ai miei pensieri, in un religioso silenzio. Un piccolo lusso quotidiano che è ritornato ad essere esigenza irrinunciabile dopo l’incidente di Davide.
Ho capito che non posso occuparmi di lui se prima non mi sono dedicata a me stessa.
Questo era l’aspetto che più temevo nella condivisione di un camper: la mancanza di quella bolla di beata solitudine.
Ma in realtà, come già era accaduto l’anno scorso, diventa una piccola parentesi della vita quotidiana, alla quale riesco ad adattarmi senza tante complicazioni. Quest’anno poi, grazie anche alla piacevole compagnia è tutto molto più semplice.
Se ne accorta anche Martina che ieri sera ha cenato, in campeggio, con noi. Si è complimentata per la serenità e l’armonia presenti quest’anno in camper, cosa che l’anno scorso, durante il nostro viaggio a Santiago de Compostela, ci è mancata notevolmente rendendo molto più gravoso il nostro impegno ciclistico quotidiano.
Abbiamo così ricordato i numerosi aneddoti e le emozioni vissute nei 18 giorni in giro per l’Europa. Eravamo una piccola squadra che fronteggiava, con l’entusiasmo e il sorriso, il resto della truppa che mancava un po’ di elasticità.
La sua presenza mi mancherà ma è da febbraio che so che non pedalerà con me, da quando mi ha comunicato che diventerà mamma.
Quest’anno affronterò il viaggio per la gran parte del tempo da sola ma sapendo di poter contare sulle persone che mi accompagnano.
Con questo pensiero rassicurante mi alzo finalmente dal letto e aprendo la portiera vengo accolta dal buio, dal profumo dei pini, e dall’aria fin troppo fresca per i vestiti che mi sono portata.
Luca, in tenda a fianco a noi, sembra dormire ancora. Lo scavalco e mi dirigo ai bagni, sono l’unica persona in giro a quell’ora. L’acqua gelida del rubinetto mi risveglia immediatamente. Mi cambio velocemente per il freddo ed uscendo all’aria aperta scorgo la luce proveniente dal camper. Gianni e Francesca si sono alzati e il caffè e la crostata sono già in tavola. Poco dopo ci raggiunge anche Luca e consumiamo finalmente la prima colazione.
Pronti per partire, con l’abbigliamento più pesante che abbiamo trovato, usciamo dal campeggio.
Scendiamo velocemente dalla prima discesa quella che ieri ci ha dato il colpo di grazia. Breve ma molto, molto, ripida.
Le gambe sono durissime ed è difficile farle girare. Conterò sul fatto che per i primi 30 km sarà quasi tutta discesa ma in realtà pedalando ho scoperto che ieri ci è capitato anche di trovare tratti in pianura e in leggero dislivello. La stanchezza era talmente elevata che pensavo di aver raggiunto l’Everest a quanto pare.
E’ lunedì mattina e il traffico è notevole alle 7. Dopo aver fatto una foto ricordo, ci lasciamo velocemente il paese alle spalle per raggiungere Susa.
Al bivio verso Torino, ci fermiamo per la prima sosta caffè e per toglierci l’indumenti più pesanti.
Pedaliamo su una sorta di statale, brutta e anonima, ma fortunatamente il vento è a nostro favore e ci dirige velocemente verso Avigliana. Un borgo molto bello caratterizzato dalla presenza di due laghi che costeggiamo per un breve tratto.
Ritorna poi la pianura e con essa il traffico sostenuto e le zone industriali periferiche. L’asfalto è completamente dissestato e le numerose buche ci costringono a mantenere alta la concentrazione. Siamo nei dintorni di Torino e lo stato delle strade ricorda molto quello trovato in Puglia, a Marina di Chieuti a maggio, in prossimità delle saline.
E’ con il giungere nella zona del Roero che possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo e riaprire nuovamente gli occhi al bello che ci circonda. Immersi nel verde, interrotto solamente dai piccoli borghi arroccati sulle colline del cuneese, possiamo ricominciare ad ammirare il panorama.
Arriviamo così a Bra e prima dell’ingresso nel centro storico, troviamo il camper in attesa del nostro arrivo. Prima di dirigerci al campeggio decidiamo di farci un giro a piedi e di approfittarne per scattare qualche foto.
Bra è molto curiosa e la piazza del municipio è inclinata. Che cosa strana.
Concludiamo qui la terza tappa di circa 130km e 490 mt di dislivello.
Raggiungeremo tutti assieme il campeggio mentre Luca deciderà di farsi un giro nella vicina Barolo.