Pensieri di Viaggio
21 ‘tappa di Race Across Limits Around Italy: da Ferrara a Cittadella, dopo una notte infernale.
Una notte d’inferno quella appena trascorsa.
Stanotte a causa della temperatura esterna molto elevata, il camper, si è trasformato in un forno rovente rendendo impossibile il riposo.
Non sono bastati la stanchezza, il massaggio di Francesca per conciliare il sonno, stare in caravan, stanotte, è stato un calvario. Ferrara secondo le previsioni di questi giorni, sarebbe diventata rovente e noi, ovviamente, avevamo in programma la sosta.
Il campeggio poco alberato ha contribuito all’innalzamento della temperatura interna, così dopo ore trascorse ad occhi sbarrati, fissando il cielo, ho deciso di seguire l’esempio di Francesca che ha lasciato il letto per uscire all’aperto.
Scesi dalla scaletta cercando di non inciampare nella bici e in tutto il resto e aprì la porta nella speranza di sentire un pò di fresco.
Non avevo fatto i conti con l’enormi zanzare affamate, pronte ad assalirmi, ingorde di acido lattico che mi stavano aspettando. Tentata di rientrare per sfuggire alla mattanza vidi Francesca sulla sedia, avvolta da un enorme telo e decisi di fare lo stesso sul lettino da massaggio.
Mi avvolsi come una mummia, coprendo anche il viso per cercare di attutire il minaccioso e continuo ronzio e cercai di prendere sonno. La stanchezza ebbe la meglio e riuscì, per qualche ora, a chiudere occhio.
Non ebbi bisogno della sveglia. Il cinguettiò degli uccelli mi svegliò da quell’incubo.
Mi buttai sotto la doccia sperando in una sferzata di energia ma neanche l’acqua mi sembrava così fresca, cercai quindi un pò di conforto nella crema di cioccolata ma invano. Neanche quella riuscì a darmi un pò di carica.
Oggi avrei dovuto fare i conti con la mancanza di sonno e l’umore pessimo. Avrei dovuto contare sulla forza mentale vista la scarsità di energia fisica. Fortunatamente non mi aspettavano molti chilometri e il percorso, sulla carta, sembrava abbastanza semplice.
Uscì dal campeggio prima dell’alba e cominciai a pedalare. Sembrava di essere ovattati. L’atmosfera era avvolta da una cappa di umidità pesante tanto da sembrare di essere in apnea. Ogni oggetto, ogni cosa era coperto da questa foschia che rendeva tutto poco attraente allo sguardo e per questo motivo non fungeva da motivo di distrazione.
Ferrara in se è una città spettacolare, ricca di storia e scorci magnifici, ma i dintorni sono desolanti lande di terra e qualche borgo attraversato dalla lunga serpentina d’acqua del Po che oggi mi accompagnerà in Veneto.
Presi quindi l’argine tenendo il fiume alla mia sinistra e sulla lunga ciclabile percorsi parecchi chilometri, sola e con il timore di addormentarmi. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, faticavo a respirare, e tutto sembrava dolorante.
Cercai di pensare ad altro. Ai panorami che avevo visto nei giorni precedenti, alla gente che avevo conosciuto e che mi aveva accompagnato per qualche chilometro, a Davide, che domani avrei riabbracciato. Dovevo stringere i denti. Oggi era la penultima tappa. Domani sarei arrivata a Peschiera e domenica a casa.
Distrarre la mente riuscì a farmi portare a compimento questo lungo tratto noioso: 25km, a ritmo cicloturistico, e con una media che dire imbarazzante non rende l’idea di quanto mi sia realmente trascinata.
Dentro e fuori dalle ciclabili arrivai fino quasi Padova e lì cercai un ristoro. Lasciai a malincuore la ciclabile per immettermi sul trafficato provinciale per cercare un bar.
Ne trovai uno quasi subito, in un enorme piazzale commerciale. Entrai cercando di non scivolare sui gradini e il mio sguardo sfinito incuriosì la cameriera che mi chiese da dove stessi arrivando. Alla mia risposta si prodigò per farmi accomodare e per servirmi qualcosa di fresco ed energizzante. Mi servì quindi un estratto di frutta fresca e una fetta di torta biologica enorme.
Stupita da questa coccola inaspettata ne approfittai per riprendere fiato e chiamare i ragazzi del camper.
Loro non avrebbero potuto lasciare il campeggio prima delle 8 e io avevo pedalato tutto il tempo su ciclabili per cui non c’era stata alcuna possibilità d’incontrarsi.
Mi dissero che erano a qualche chilometro dietro di me e che mi avrebbero raggiunta al bar. C’era parecchio traffico e loro erano in coda.
Oggi è venerdì, l’ultimo venerdì di luglio, l’inizio dell’esodo per le vacanze. La gran parte delle aziende avrebbe chiuso, oggi, per ferie. Quindi il traffico era molto più sostenuto del solito. Inoltre il Veneto è ricco di aziende e pertanto c’è più movimento di autoveicoli.
La tappa di oggi prevede la visita di due realtà produttive importanti, di questa zona, Wilier a Rossano Veneto e successivamente la Gaerne a Coste di Maser. Oggi passerò a salutare i miei maggiori sponsor tecnici, coloro che oltre a darmi fiducia, mi hanno fornito gli strumenti per portare a compimento questa avventura.
Non trascorse molto tempo che mi raggiunsero i ragazzi del camper. Mi fecero compagnia per un caffè e preoccupati per il mio stato mi chiesero se avessi avuto bisogno di qualcosa. Il mio viso tirato, nonostante l’abbronzatura marcata testimoniava la stanchezza e la mancanza di sonno.
Avrei voluto un letto e l’aria condizionata ma non è ancora il momento di lasciarsi andare. Il viaggio è quasi giunto al termine e sono solo pochi chilometri a separarmi da casa. Avrei dovuto stringere i denti per una manciata di ore e anche Race Across Limits Around Italy si sarebbe conclusa.
Con questo pensiero ripresi in mano la bici, la traccia da seguire, e cercando di non farmi travolgere dal traffico molto sostenuto nei dintorni di Padova, ricominciai a pedalare.
Speravo che in Veneto fossero un pochino più tolleranti, con i ciclisti, ma lo strombazzare continuo riflette tutta l’impazienza di chi non si sente libero di scorrere veloce sulle strade perchè infastidito dalla nostra presenza.
Nei dintorni di Rossano Veneto riuscì a trovare strade secondarie e a pedalare con più tranquillità, su strade di campagna il cui manto stradale dissestato testimoniava il passaggio dei trattori.
Finchè da lontano vidi Wilier. L’azienda moderna e di nuova costruzione ergeva in mezzo al verde.
Con la mia bici rossa fiammante mi presentai all’ingresso. Vennero a salutarmi tutti i ragazzi del marketing ed ebbi la possibilità di conoscere l’amministratore delegato di una delle poche realtà produttive, italiane, di biciclette.
Ebbi quindi la possibilità di ringraziarli personalmente per la bici che mi era stata fornita: la NDR101. Specifica per l’endurance e dotata di una geometria adatta e confortevole per le lunghe distanze, ne avevo avuto la riprova in questo viaggio. Avevo percorso oramai 3000km e il mio fisico era privo di qualsiasi risentimento muscolare che non fosse attribuibile allo sforzo.
In questo lungo giro e in quello precedente a maggio, mi è capitato di pedalare su tracciati molto diversi, addirittura in una pineta, su asfalti inesistenti, pieni di buche, senza alcun problema e potendo fare affidamento su questa bici che si è rivelata il connubio perfetto fra performance e confort.
Con la bici Wilier è stato amore a prima vista e si è consolidato utilizzandola.
Grata per l’opportunità concessami ringraziai tutti e proseguì per la tappa odierna.
Vista l’ora ci fermammo a mangiare un panino e ci recammo poi in Gaerne. Anche qui l’accoglienza fu notevole. Ci stavano aspettando per festeggiare il buon esito dell’avventura e della nostra partnership. Da due anni l’azienda è diventata sponsor del progetto e mi ha fornito le scarpe per tutta la stagione. Un’altra azienda italiana con un prodotto di ottima fattura, che ci fu possibile conoscere, attraverso la visita del reparto produttivo.
Piena di orgoglio per essere ambassador di questa realtà, salutai la proprietà e con i ragazzi del camper, lasciai anche Coste di Maser.
Era arrivato il momento di cercare il campeggio per questa tappa. L’unico che rispondeva alle nostre richieste, cioè sulla strada per l’indomani, era quello di Onara, la Palude di Onara.
Anche stanotte sarei diventata la cena per zanzare affamate…
Anche questa tappa era giunta al termine, dopo circa 120km e 160 mt di dislivello.