Pensieri di Viaggio

22 ‘tappa di Race Across Limits Around Italy: da Cittadella a Peschiera del Garda.

Dopo una notte, con temperature meno infernali, trascorsa in quest’oasi naturale che è tutto tranne che un campeggio, il risveglio è stato decisamente più energico.

Oggi , inoltre, c’è più di un motivo per essere entusiasta: pedalerò in compagnia di Eleonora che non vedo da moltissimo tempo e all’arrivo di questa tappa sul lago di Garda, ci sarà Davide ad attendermi.

Direi che i presupposti per aver voglia dare inizio a questa giornata, ci sono tutti.

Così dopo colazione, usciti dalla Palude di Onara, ci siamo recati nell’unica piazzetta di questo minuscolo paese, per attendere l’arrivo di Eleonora e il suo compagno Davide. Entrambi conosciuti diversi anni fa a Fuerteventura, siamo rimasti in contatto tramite i social e  quest’anno, con mio immenso piacere, hanno espresso la volontà di accompagnarmi. Sono molto contenta di rivederli e di pedalare finalmente in compagnia.

Oggi è la penultima tappa e sebbene io ami pedalare da sola, sono un pò stufa di non aver nessuno con cui condividere il tragitto.

Così alle 6.30, dopo il loro arrivo, partiamo alla volta di Peschiera del Garda. Attraversiamo innumerevoli campi agricoli, vigneti, e tanto verde. Dopo giorni trascorsi a pedalare in lande desolate, attraversare colline così verdi è un vero toccasana per il mio spirito.

Il traffico è abbastanza contenuto: è sabato e non siamo sulle strade che conducono al mare. Troveremo traffico solo nei dintorni del lago che a luglio è preso d’assalto, per cui intanto ci godiamo un pò di quiete e ci permettiamo di raccontarci questi ultimi anni di vita.

Ci addentriamo nei colli Euganei, affrontando qualche morbida salita al fresco degli alberi e quindi a Verona. Siamo elettrizzate dal poter pedalare in una città così bella, passando dal centro storico e ogni occasione è buona per scattarci qualche foto.

Da Verona prendiamo la ciclabile lungo l’Adige trafficata di ciclisti e pedoni ma così larga da permettere di pedalare comodamente lungo il fiume. Il percorso ricomincia con il suo saliscendi, attraverso i vigneti, per arrivare a Bussolengo dove ci fermiamo per confrontarci con i ragazzi del camper. Abbiamo così modo di bere qualcosa di fresco e di fare il cambio borraccia.

Le temperature sono talmente elevate che potrei metterci la bustina di te. Il sole è forte e brucia la pelle. Quando ci si ferma diventa quasi insopportabile. Ma ormai manca veramente poco.

E’ tre settimane esatte che manco da casa. Ho girato l’Italia in bicicletta e quasi non mi sembra vero di essere giunta al termine.

Davide, come al solito, è stato fondamentale. Ha rappresentato la luce del mio faro, quella che mi ha orientato per tutto il percorso.

Il suo sostegno, seppur a distanza, è stato fondamentale per la buona riuscita, per la motivazione ad insistere anche quando le energie mancavano. Bastava chiamarlo e tutto diventava più semplice.

Con i ragazzi del camper ci accordammo per vederci direttamente al campeggio. Da qui in poi la strada potevo farla ad occhi chiusi. Una volta arrivate sul lago non avrei più avuto bisogno neanche della traccia.

Da Bussolengo fu uno scendere attraverso curve, vegetazione rigogliosa e ahimè qualche automobilista un pò troppo frenetico ma nulla da compromettere la mia felicità. Dall’alto vedevamo già il turchese del lago.

L’ultima discesa ci condusse nel caos di Lazise. Sembrava di essere a Milano, in centro, il sabato pomeriggio. Le strade erano piene di persone, bici, camper, auto, moto, provenienti da qualsiasi dove.

Nonostante l’ora di pranzo il traffico era molto sostenuto e caotico. Ma neanche questo poteva compromettere il mio buon umore.

Gli ultimi chilometri sul lago viaggiarono veloci. Non sentivo più il caldo, le gambe stanche, la fame. Avevo solo voglia di essere abbracciata dagli amici che non vedevo da tempo e che sapevo avrei trovato al campeggio, ad aspettarmi.

E così oltrepassammo e finalmente giungemmo a destinazione.

Fuori a incitarci i miei amici del lago: Simonetta, Luca, Jessica i bimbi e al bar al fresco c’era Davide, emozionato e contento di vedermi.

Davide il compagno di Eleonora era lì con loro e c’era una bella comitiva che attendeva di sapere come era andato questo lungo, e impegnativo viaggio in Italia.

Ma io non avevo voglia di raccontare, dovevo ancora raccogliere le idee, i pensieri, le emozioni che in questi giorni, trascorsi a pedalare, mi hanno fatto compagnia, mi hanno spronata o lasciata andare alla tristezza.

Il viaggio è solo un mezzo che ti permette di lasciare andare tutto ciò che ti appesantisce, che non ti piace e che vorresti cambiare. Ma è anche uno stringere rapporti, conoscere persone, approfondire le tue capacità, le tue possibilità. Vedere luoghi sconosciuti o rivedere luoghi già visti con occhi diversi e con il cuore colmo di gioia e gratitudine perchè lo stai facendo in bici.

Per il momento la tappa si conclude qui: 140km 630mt di dislivello

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