Pensieri di Viaggio
Race Across Limits Sardinia: da Bari Sardo a Budoni, 160Km, 1780mt dislivello
C’è sempre qualcosa di magico nel risvegliarsi in un altro letto, in un altro luogo, con un sottofondo che non ha nulla a che vedere con le gazze ladre presenti nel tuo giardino.
Certo, appena apri gli occhi, ti chiedi dove sei. Cerchi di orientarti al meglio, soprattutto poi se, la camera è totalmente buia.
Prima di scendere dal letto allungo le gambe, e con piacere mi rendo conto che il massaggio di Francesca, fattomi ieri sera, ha sciolto qualsiasi tensione muscolare. Prendo così il telefono dal comodino, annullo la sveglia, visto che non ce n’è stato bisogno e cercando di fare meno rumore possibile, socchiudo leggermente l’imposta.
Il cielo, diversamente da ieri è grigio e velato di rosa che lascia presupporre umidità. E in effetti, i vestiti stesi all’aperto sono ancora bagnati, così recupero qualcosa di pulito dallo zaino e mentre mi vesto, in bagno per non svegliare Davide, leggo velocemente i messaggi sul telefono.
Sono la prima a recarmi a far colazione. Non c’è ancora nessuno e posso così godere di un pò di pace e pensare alla tappa odierna. Sarà lunga anche questa e pedaleremo in Ogliastra, su percorsi montuosi, così ci hanno detto ieri sera le ragazze che ci accompagnano in questo viaggio.
Rimarranno per tutto l’intero tragitto: Romina e Mari che percorrono le nostre stesse tappe dividendosele esattamente a metà, e mentre una pedala con la MTB l’altra la segue in auto; Elisabetta, mia compagna di squadra, che pedala con noi, e Laura che assieme a Francesca e Davide sono i nostri angeli custodi.
Adoro sentirle parlare, ascoltare il loro accento sardo e rendermi conto delle differenze di percezione fra noi e loro, riguardo ai percorsi e al clima.
Mentre sto gustando la ricotta fresca con dell’ottimo miele eccole arrivare, e subito dopo arrivano anche tutti gli altri, pronti a caricare i loro serbatoi per la giornata.
Finisco velocemente la squisita colazione, di cui avrei fatto volentieri il bis, ed è già ora di svegliare Davide e di metterlo sotto la doccia. Così tra aiutare lui e richiudere gli zaini, arriva velocemente l’ora della partenza.
Un’occhiata veloce alla bici, accendo il Garmin e diamo inizio alla seconda tappa, quella che ci porterà a Budoni.
Come in ogni viaggio di più giorni, ho le mie procedure da osservare: non strafare con velocità eccessive, soprattutto nei primi 50Km; mantenere un’andatura controllata che mi permetta di tenere costante il battito. cardiaco. Ciò mi permette di sciogliere la muscolatura e a parte la fame continua, dovuta all’andatura aerobica, non si presentano altri disturbi.
Facendo così so che riesco ad andare oltre i 100km a tappa e a proseguire per più giorni. Do indicazioni in tal senso anche agli altri, anche se proveniamo da diverse preparazioni atletiche e allenamenti.
Dopo qualche km facciamo una prima deviazione, voluta. Andiamo a vedere le rocce rosse di Arbatax a Tortolì, definite per la loro forma: la cattedrale del mare. Guglie granitiche che contrastano con il bianco dei sassi e il turchese del mare, qualcosa di inimmaginabile e che lascia stupiti.
La giornata non è bellissima, anzi un pò velata, ma i colori forti risaltano in maniera quasi accecante.
Dopo aver ammirato questa bellezza naturale, riprendiamo il nostro percorso sulla costa, fino a che cominciamo la nostra avventura all’interno della Sardegna meno conosciuta: quella dell’Ogliastra, delle montagne. Qui in mezzo ad una natura rigogliosa e profumata, cominciano le nostre salite, dalle pendenze morbide, ma continue. Si sviluppano su larghi tornanti molto poco trafficati che ricordano un pò l’entroterra delle Canarie.
La temperatura fresca rende gradevole la nostra ascesa, che non diventa mai ripida, neanche in prossimità di Baunei, paese molto caratteristico dove decidiamo di fare una breve sosta.
Dopo la pausa caffè, qualche foto di rito e la conoscenza di una ragazza di Casatenovo, ritorniamo sul nostro percorso montuoso. Attraversiamo il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, e io e Benedetta scherziamo sul fatto che quella cima sarebbe da fare.
Anche oggi, visto la peculiarità della traccia, il gruppo è poco compatto. Mentre io, Benedetta, Alex e Carlo rimaniamo abbastanza vicini, gli altri procedendo al loro ritmo, li ritroviamo nei momenti di sosta.
Per entrambi variare troppo l’andatura personale comporta rischi. Rallentare troppo in salita m’imballa le gambe e accelerare per gli altri, vuol dire affaticarsi troppo. Così, di comune accordo decidiamo che ognuno sale mantenendo il proprio ritmo. L’auto di Davide e il furgone di Laura si occupano di verificare che proceda tutto per il meglio.
Al termine della lunga salita che ci porta a 1000mt ci fermiamo per recuperare il gruppo. Siamo in montagna. Incredibile. Non sembra neanche di essere in Sardegna, se non per la vegetazione tipica marittima.
Siamo anche a metà tappa, ma il grosso è fatto, da qui una lunga discesa ci porterà un pò più vicino alla costa. Nel frattempo il sole ha fatto capolino, e comincia a sentirsi il caldo.
Ad Orosei decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa. Siamo a 40km circa dalla meta finale e cominciamo ad essere un pò cotti dal caldo.
Siamo vicini alle calette più belle della Sardegna ma che dall’alto non riusciamo a vedere se non in alcuni punti, per cui dopo la lunga sosta decidiamo di tirare fino alla fine: la lunga spiaggia candida di Budoni.
Il nostro albergo, nuovissimo è a ridosso della spiaggia ma vista l’ora e la mancanza di Alessandro, che rimasto indietro bisogna andare a recuperare, preferiamo andare a rilassarci nelle nostre camere.
E anche oggi abbiamo terminato la lunga tappa: 160km per quasi 1800mt di dislivello.